lunedì 29 agosto 2011

Day 10 - 11 - 12: Bryce Canyon e Las Vegas


Non si può dire che il Bryce Canyon ci abbia dato un'emozione minore. Oramai sfiniti dopo il viaggio nel mezzo del nulla della sera prima, in cui abbiamo incontrato un gruppo di cervi che dal lato dell'autostrada, completamente buia, fissavano i nostri fari, abbiamo pensato potesse esssere una buona idea fermarci a dormire vicino al Bryce Canyon per aver modo di visitarlo bene anche la mattina seguente. Abbiamo fortunatamete trovato una delle poche camere ancora disponibili al Best Western all'entrata del parco. Certamente il costo è leggermente piò alto rispetto a quello che avremmo pagato fermandoci in un motel a Cedar city, ma l'albergo e la colazione sono davvero degni di nota! Inoltre gli alberghi (tre in tutto) all'entrata del Bryce hanno la possibilità di usufruire del servizio navetta per il parco fino alle 8 di sera, per chi proprio non ne potesse più di stare al volante. Ma la nostra Chevy Malibu era troppo comoda per rinunciarci, e il servizio navetta non copre tutto il parco.

Tornando al nostro viaggio, una volta arrivati abbiamo approfittato dell'orario (le 6 circa) per visitae alcuni dei punti consigliati e poi recarci al sunset point a vedere l tramonto. La vista Ë davvero stupenda il rosso delle rocce, è ancora più bello alla luce del tramonto!
La sera è stata dedicata invece ad una piccola sortita per godere del cielo stellato - forse ancora migliore di quello di Yellowstone, dal Sunset Point.

Il giorno dopo abbiamo deciso di percorrere uno dei sentieri che attraversano il canyon, dei tanti itinerari proposti abbiamo scelto uno fattibile in un paio d'ore e sotto il sole cocente, il Navajo Trail. E' molto divertente notare che molti dei visitatori predenti hanno lasciato un segno del loro cammino :).

Primo pomeriggio, dopo aver completato il giro del parco, abbiamo ripreso la macchina per dirigerci verso Las Vegas. Pesando di abbreviare abbiamo preso la 89 verso SUD non sapendo che passava nel mezzo di un altro parco naturale. Per fortuna non ci hanno fatto pagare l'attraversamento e abbiamo potuto fare ancora un po' di strada godendo di un bellissimo panorama prima di doverci tuffare nuovamente nella interstate che in questo tratto si è dimostrata più trafficata del resto dell'America attraversata fino a quel momento (escludendo l'uscita da Chicago)

L'ingresso in Nevada ci ha scioccato con il termometro dell'auto che indicava 113°F (cira 45°C)- la sensazione, fuori dall'ambiente climatizzato dell'abitacolo, era di essere all'interno di un forno ventilato. Per fortuna Las Vegas era vicina, completamente attrezzata per resistere al caldo nei suoi climatizzatissimi Hotel/Casino. Noi abbiamo scelto il Caesar, che tra le altre cose ha al suo interno anche un intero shopping mall con tutte le grandi firme (Victoria's Secret, Ugg, Gucci, Louis Vuitton, ...) e dei buoni ristoranti, insieme ovvimente a piscine, casino, e chi più ne ha ...

Da Las Vegas abbiamo prenotato il tour per il Grand Canyon - ciglio ovest - che rispetto al più celebre ciglio Sud dista solo 4 ore da Las Vegas. Dicono che questo lato sia meno bello, essendo stata anche nella zona sud devo dire che è comunque molto bella. Inoltre ne abbiamo approfittato per fare la skywalk, che non è davvero una cosa indimenticabile, ma una volta lì ci è parso valesse la pena provare!


Interessante, al confine tra Nevada e Arizona, la Hoover Dam, una diga prodigio di ingegneria che interrompe il corso del fiume Colorado creando un lago artificiale.

Nonostante al rientro fossimo piuttosto stanchini, poichè la visita si svolge ovviamente sotto il sole delle 12 e a temperature prossime ai 40°, abbiamo fatto un breve giretto per poi rituffarci nel fresco dell'albergo, dove non potevaamo mancare di fare almeno una giocata!! 50 dollari che non vedremo mai più. E' difficile perdere al rosso e al nero 5 volte di fila (dopo aver vinto una volta), ma ci siamo riusciti!


lunedì 22 agosto 2011

Days 7-8-9-10 - Yellowstone e Grand Teton National Park

Da Cody, WY, guadagnamo finalmente l'ingresso nel leggendario Parco Nazionale di Yellowstone. 
Anche in questo caso non ci vogliamo dilungare con informazioni che potete trovare altrove, ma vi raccontiamo comunque qualche curiosità.
Il nome del parco, Yellowstone, sembrerebbe logicamente provenire dal giallo depositato un po' ovunque dallo zolfo contenuto nelle sorgenti termali che costellano l'area. Il centro di Yellowstone è in fatti un gigantesco vulcano, e buona parte del parco si trova *all'interno* del suo cratere principale. Abbiamo però imparato che Yellowstone è l'errata traduzione di Big Elk, ovvero Grande Cervo, che era il nome dato dai nativi Americani al fiume principale che attraversa il parco. 
Per raggiungere il nostro motel, situato nella città di West Yellowstone, MT, abbiamo dovuto attraversare il parco, che per il 95% è nel territorio del Wyoming.
Dopo aver pagato 25 dollari, che danno accesso all'automobile per una settimana, abbiamo percorso parte del lower loop visitando i primi geyser e osservando i primi daini, due cose che ci avrebbero accompagnato per l'intera visita.
Abbiamo prenotato attraverso un'agenzia, la Yellowstone Tour and Travel che ci ha venduto un pacchetto che includeva, oltre al motel Three Bears Lodge di West Yellowstone, anche un tour del Lower Loop. Essendo previsto per la giornata di Sabato, abbiamo pensato di dedicare il venerdì all'esplorazione dell'Upper Loop, indipendentemente, non prima però di aver fatto una piccola deviazione verso nord, sempre in Montana, per 2 ore di passeggiata a cavallo. 
Ci aspettavamo di essere in un gruppo molto numeroso, invece eravamo in compagnia solo del nostro accompagnatore: un vero e proprio Cowboy...specialmente nella loquacità!
"Quindi, questi sono tutti pini?"
"Yep."
"E a parte qualche aspen, non c'è quasi altro..."
"Nope."
"Quella è un'impronta di Alce?"
"Yep."
Anche se Elisa è una esperta cavallerizza, io ho temuto un po' per la mia incolumità, salendo a cavallo per la prima volta nella mia vita. Il mio cavallo, Starsy, si è comportata però discretamente bene. Sono stato avvisato prima di salire che avrebbe tentato di fermarsi in continuazione per mangiare, e che avrei dovuto CALCIARLA FORTE e tirare le redini per dissuaderla; diciamo che ci ho messo un po' a diventare amico della poverina, ma nella via del ritorno eravamo già migliori amici. Elisa scherza dicendo che sono cavalli con il Cruise Control. Anche mollando le redini proseguono al passo per la loro strada...distrazioni a parte. Sicuramente un'esperienza che cercherò di ripetere in Italia.




La sella Americana è una poltrona, comodissima in confronto alla nostra Europea, almeno secondo Elisa, ma al termine delle due ore avevamo i nostri acciacchi...
L'upper loop ci ha riservato qualche sorpresa, incluso l'avvistamento di un Orso Bruno (black bear, da non confondere con il più noto Grizzly). Non è facile scorgere gli animali nel loro habitat, sono abbastanza bravi a nascondersi, ma quando vengono notati diventa decisamente facile notare l'ingorgo che si genera al lato della strada e la nuvola di turisti con fotocamere e binocoli. 
Yellowstone è enorme, e cambia ad ogni curva. Si passa dalle montagne con impetuosi torrenti ad improvvisi altopiani nei quali non è inusuale osservare qualche bisonte solitario che pascola. 
Il pericolo di estinzione per i Bisonti (chiamati impropriamente Bufali, ma non dagli addetti ai lavori...) sembra essere definitivamente scongiurato. Dopo essere scesi, si dice, a solo 20 esemplari, questo straordinario animale è ora allevato nelle riserve nazionali (ne abbiamo visti alcuni anche nel parco delle Badlands) e quando il loro numero supera la soglia ottimale, vengono venduti all'asta per l'allevamento privato. Ne consegue che anche la carne di bisonte è facilmente disponibile. Non ho saputo resistere e ho dovuto assaggiare un hamburger di Bisonte. Mi aspettavo la stessa sensazione che si ha a mangiare il cinghiale conoscendo la carne di maiale, ma il gusto selvatico era molto più mite, e percettibile in particolare dal retrogusto. Mi sono troppo innamorato dell'animale per mangiarne un altro, però devo dire che era molto gustoso :)



Il tour dell'upper loop ci ha riservato un'ultima sorpresa, quando un'intero branco di cervi ha "invaso" l'area abitata intorno ad uno degli alberghi e all'ufficio postale del parco. Siamo riusciti a scattare foto di un magnifico cervo, con le corna (sinceramente non conosco la traduzione corretta di antler, in quanto non si tratta di corna vere e proprie) ancora ricoperte da una leggera peluria (velluto). Foto fin troppo ravvicinate per le regole del parco, ma i ranger in zona non hanno obiettato. Avrebbero dovuto multare decine di persone, e a giudicare dai cartelli, quella migrazione serale dei cervi è un'abitudine. 
La giornata di sabato è stata dedicata all'esplorazione del lower loop, con il tour di Seeyellowstone.com prenotato dalla agenzia. Eravamo in compagnia di Amanda, la nostra guida e una coppia di Canadesi. Jeff, cacciatore provetto, era particolarmente attratto dalle thermal features (geyser et similia) e mortalmente annoiato dagli avvistamenti di cervi...che vede e caccia da una vita. Il suo occhio allenato si è però rivelato preziosissimo per avvistare una Grizzly con 2 cuccioli che attraversava una pianura. Probabilmente il migliore avvistamento. La distanza era molta, ma preferirei essere lontano da un Orso Grizzly :)
Abbiamo osservato l'eruzione, predicibile con un buon grado di approssimazione (+/- 10 minuti) del geyser più famoso, l'Old Faithful, e completamente per caso del Fountain Geyser, a nostro parere più spettacolare, anche perchè è possibile avvicinarsi a pochissimi metri. 
Alla sera abbiamo preso l'automobile e siamo entrati nel parco per godere del cielo stellato: da restare senza parole. Su consiglio del Ranger all'ingresso abbiamo preso una stradina che dalla higway porta nei pressi del fiume Madison, ed in una radura asfaltata (parcheggio per chi inizia le passeggiate da lì) abbiamo osservato il cielo più luminoso che abbia mai visto. Non ho perso troppo tempo a cercare di stimare con l'iPhone il fondo di magnitudine, ma direi che era possibile comodamente osservare stelle di sesta o settima magnitudine, e la via lattea era tanto luminosa, da orizzonte a orizzonte, da fare pensare ad una leggera copertura nuvolosa. Credo che pochi posti in Italia, se esistono, godano di un cielo così...e qua è abbastanza comune. Anche in un villaggio al confine tra Idaho e Utah abbiamo visto qualcosa di molto simile... Pur essendo lontani dallo sciame meteorico delle Perseidi (San Lorenzo) in 20 minuti penso di aver contato una ventina di meteore. Numeri assolutamente normali ma che non sono osservabili dal cielo di Milano. 

Purtroppo la nostra presenza in questo paradiso non poteva essere eterna, e domenica mattina abbiamo attraversato l'ultima volta parte del Lower Loop...per andare nel confinante parco nazionale del Grand Teton! Ma prima di lasciare Yellowstone abbiamo avuto la fortuna di osservare 3 cuccioli di Coyote che cacciavano topi in un prato e fermandoci per fare benzina una eruzione, migliore del giorno precedente, dell'Old Faithful. Abbiamo incontrato anche Amanda che ci ha consigliato una cosa da fare dentro al Teton. 



Il teton National Park si distingue da Yellowstone dal fatto che le thermal feature diminuiscono e le montagne sono principalmente normali rilevi creati dalla tettonica a zolle rispetto alla roccia vulcanica dello yellowstone. Il paesaggio si modifica, gradualmente ma costantemente, per diventare prateria circondata da colline a est e da una catena montuosa, il Grand Teton, ad Ovest. 
Il consiglio di Amanda ci ha portato a prendere una piccola strada a senso unico che ci ha portato a conoscere il piccolo Jenny Lake, un piccolo laghetto, che abbiamo attraversato con una barca che, dall'altra parte del lago, ci ha permesso di raggiungere con una passeggiata di un miglio e un dislivello di 200 mt circa, una cascata nascosta (Hidden Falls) e un punto di osservazione privilegiato sull'intero lago (Inspiration Point). Valeva davvero la pena scaripinare nelle nostre lumberjack da fighetti cittadini :P



Alla sera abbiamo continuato la discesa verso lo Utah. Lasciato il Wyoming definitivamente abbiamo attraversato la stretta fettina di Idaho che lo separa dallo Utah. Colpevolmente, ho snobbato un Pizza Hut nella ridente cittadina di Afton e per le successive 200 miglia abbiamo attraversato tentacolari metropoli del calibro di Fish Haven, 200 abitanti, o St. Charles, 150... Elisa stava per azzannarmi un braccio in un misto di rabbia e fame. Alle 21.20, con la cucina che chiude ovunque alle 21, siamo riusciti a mendicare un'insalata e una fetta di torta in uno sports bar al confine con lo Utah. Due alieni hanno invaso la quiete di un posticino residenziale inerpicato su una alta collina. Inutile dire che anche da lì la vista del cielo era qualcosa di spettacolare.
All'alba delle 22.30 abbiamo raggiunto Logan, UT, una città di dimensioni già più ragguardevoli e ci siamo fermati in un Comfort Inn per la notte. Stanchi ma contenti :)
Domani: Bryce Canyon...non prima di una lunga strada!

sabato 20 agosto 2011

Day 5, 6: From Rapid City to Cody

Day 5 - Rapid City, SD - Mt Rushmore, SD
Dopo aver raggiunto Rapid City in serata, siamo andati a visitare il Mt. Rushmore. Sorprendente, per certi versi.
Abbiamo deciso di andare a vederlo intorno alle 10 di sera, nonostante il parco fosse chiuso, almeno da lontano.
Le facce dei presidenti, viste da lontano e illuminate artificialmente sembravano abbozzate e incomplete. Senza lasciarci deludere, abbiamo deciso di tornarci il giorno seguente.
Nonostante il carattere molto turistico del luogo, è stato comunqe molto emozionante.
Dopo aver pagato 10 dollari di parcheggio ci si trova d'innanzi ad un lungo percorso, interamente in marmo scuro, le cui colonne riportano i nomi dei 50 Stati Uniti insieme al loro anno di ammissione all'unione. Sullo sfondo, e al termine del percorso, una terrazza di osservazione del monte e dei 4 presidenti, che nella luce del sole riconquistano i loro lineamenti.
L'impressione è che l'intera opera sia un po' pacchiana, ma in qualche modo non scade completamente nel cattivo gusto, ed è godibile. Di sicuro una sfida ingegneristica non da ridere.
Inoltre i ranger organizzano ogni due ore dei tour guidati che permettono di avere qualche informazione aggiuntiva sulla storia dei quattro presidenti e in parte di capire il perchè gli Americani siano così affezionati a questo luogo. C'è da stupirsi quando tutti rispondono in coro alle domande di storia Americana del Ranger, anche quando chiede di oscuri vicepresidenti post guerra di secessione. Noi non sappiamo così tanto della nostra storia, in media.
6 presidenti degli USA

4 presidenti degli USA


Day 6 - Cody, WY
Di Cody non c'è molto da dire. La cittadina è carina ed in quanto città natale di Buffalo Bill ospita il più grande museo dedicato al West. Per quanto un piacevole diversivo dopo giorni di guida, il museo non ci ha fatto impazzire. E' diviso in diverse aree (Buffalo Bill, Arte del west, museo delle armi da fuoco, cultura Indiana).
Quello sulla cultura Indiana è forse uno dei migliori, insieme a quello sull'Arte del West, ma avremmo gradito qualcosa che raccontasse delle storie, invece di presentare oggetti e opere con informazioni limitate e decontestualizzate. Ma è solo la nostra opinione ;)

Ne abbiamo approfittato per fare un veloce pranzo a Cody per poi dirigerci alla volta di Yellowstone

giovedì 18 agosto 2011

Day 3, 4: from Chicago to Rapid City (via Austin)

Day 3


Partiti finalmente da Chicago (IL) i primi giorni di viaggio si sono dimostrati sfidanti.

Siamo riusciti a fermarci in un motel Super 8 a Austin (MN) di fortuna dove l'igiene lasciava un po' a desiderare per poi partire alla volta di Rapid City. Tra Chicago e Austin non abbiamo incontrato praticamente nulla a meno dei motel e diner che si trovano più o meno a ogni uscita. Siamo quindi riusciti a fermarci  SPARTA per una veloce cena americana

Day 4


Badlands
Il giorno 4 siamo partiti alla volta di Rapid City (SD). Per fortuna la partenza mattiniera ci ha permesso di passare da uno dei parchi naturali del South Dakota - South e Nord Dakota in realtà hanno diversi parchi naturali poco conosciuti che sarebbero davvero da tenere in considerazione passando attraverso questi stati - le Badlands.

La zona è molto bella sia per le formazioni naturali che per la fauna. E' infatti pieno di cani della prateria, daini e qualche bufalo. Inoltre questi animali devo essere abituati alla presenza dell'uomo poichè non hano problemi a passare in mezzo alla strada ed è facile potergli fare alcune foto.

Cani della prateria
Se ci fosse stato un po' più di tempo sarebbe stato bello passare per le wind cave ... ma visto che dovevamo mantenerci on time sulla tabella di marcia, abbiamo proseguito alla volta di Rapid City.

martedì 16 agosto 2011

Prima Tappa: Chicago - Day 1, 2, 3 (Parte 1)

Chicago dalla Hancock Tower
La prima parte del nostro viaggio inizia dove l'aereo ci ha lasciati: Chicago.

Chicago prende il suo nome da una antica parola indiana che, all'incirca, significa "posto che puzza". Infatti l'area su cui sorge la città era un terreno paludoso su cui cresceva una specie di cipolla selvatica, che marcendo nell'acqua paludosa rilasciava un cattivo odore.

I coloni americani devono aver pensato che fosse un bel nome, ed ecco che, anche se oggi il significato della parola è andato perduto così come ciò che il nome evocava, la città di Chicago sorge sulle rive del lago Michigan ed è tutt'altro che paludosa. La capacità ingegneristica dell'uomo ha permesso addirittura di invertire il corso del fiume Chicago.... ma forse non vi interessa :)

Non facciamo una "guida" come ne potete trovare a decine, ma ci limitiamo a lanciare qualche consiglio.

1. Tour sul fiume Chicago

Andate nei pressi del Navy Pier e cercate i gazebo di informazioni della compagnia.... uff, se vi serve chiedetelo nei commenti, recupereremo il biglietto :)

Fate il tour "Chicago Architecture", dove uno studente di architettura farà da cicerone su una chiatta che vi poterà a percorrere il fiume Chicago in tutte le sue diramazioni cittadine, raccontandovi la storia dei molti palazzi, alcuni da record come la Sears Tower, e qualche aneddoto simpatico. La classica cosa da turisti dite? Esatto, ma worth every cent (c.a. $30)

2. Acquario
Meduse Giapponesi
A meno che non viviate a Genova, e allora il vostro giudizio potrebbe essere di parte, l'acquario di Chicago è davvero notevole. Innanzitutto, come molti istituti americani, è un vero e proprio centro di ricerca, finanziato dal governo e dalle donazioni. Ai turisti presenta molte vasche e terraria con animali da ogni parte del mondo. Ma il "piatto forte" è lo spettacolo acquatico che coinvolge delfini e un leone marino, che va oltre il classico "delfino che si tuffa e i bambini fanno ohh"; il presentatore commenta in maniera abbastanza approfondita le tecniche di addestramento e il modo con cui gli istrutturi instaurano un rapporto con gli animali. E' davvero interessante e dimostra appieno l'intelligenza di questi animali. Molto più di un semplice tuffo.

La nuova area sulle meduse (jellyfish) è poi fantastica. Le jellies sono presentate in vasche colorate che le rendono quasi delle opere d'arte.

L'ingresso è un po' costoso, ma il consiglio è di acquistare un CityPass che vi permette di accedere (con circa $70) alle principali attrazioni di Chicago.

3. Sears Tower e Hancock Tower

Quasi un obbligo, quando si visita una città sviluppata in verticale come Chicago o NYC, è arrampicarsi in cima ai palazzi più alti per godere della vista dall'alto.

Noi l'abbiamo fatto con le due torri "simbolo" di Chicago, la Sears Tower (ora chiamata Willis Tower, ma cambiare il nome ad un'icona del genere è stata una pessima idea, e il nuovo nome "just doesn't stick") e la Hancock Tower, che con la sua doppia antenna richiama la Sears Tower dall'altro capo della città.

La visita all'osservatorio della Hancock Tower l'abbiamo lasciata per il Sabato sera, dove ogni settimana (fino a settembre) è possibile ammirare dall'alto lo spettacolo pirotecnico del Navy Pier.

Piccolo problema: il vento di Chicago può far cambiare il tempo in pochi secondi. Giusto il tempo di ammirare la città illuminata dall'alto e vedere il primo fuoco d'artificio e una nuvola ha avvolto la cima dell'hancock tower. Usciti sulla terrazza abbiamo "udito" il gran finale dello spettacolo, e allora, solo allora, la nuvola ci ha lasciato ad una vista comunque straordinaria della città.

4. Chicago Style pizza & Cheesecake factory

Direi che non si può andare via da Chicago senza aver provato la big deep dish Chicago style pizza (una specie di biscottone ripieno di mozzarella e ricoperto di pomodoro) in uno dei ristoranti della catena Gino's o Giordano's. Altra tappa obbligatoria è la Cheesecake factory, dove si possono trovare più di 15 tipi di cheesecake diverse.

Chicago pizza
Visto però che le porzioni sono molto americane suggeirei di non mangiare queste due cose insieme per non rischiare un'indigestione!!

venerdì 12 agosto 2011

Boarded for Chicago

Posterei una foto della prima classe ma ho già finito il traffico estero

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