Da Cody, WY, guadagnamo finalmente l'ingresso nel leggendario Parco Nazionale di Yellowstone.
Anche in questo caso non ci vogliamo dilungare con informazioni che potete trovare altrove, ma vi raccontiamo comunque qualche curiosità.
Il nome del parco, Yellowstone, sembrerebbe logicamente provenire dal giallo depositato un po' ovunque dallo zolfo contenuto nelle sorgenti termali che costellano l'area. Il centro di Yellowstone è in fatti un gigantesco vulcano, e buona parte del parco si trova *all'interno* del suo cratere principale. Abbiamo però imparato che Yellowstone è l'errata traduzione di Big Elk, ovvero Grande Cervo, che era il nome dato dai nativi Americani al fiume principale che attraversa il parco.
Per raggiungere il nostro motel, situato nella città di West Yellowstone, MT, abbiamo dovuto attraversare il parco, che per il 95% è nel territorio del Wyoming.
Dopo aver pagato 25 dollari, che danno accesso all'automobile per una settimana, abbiamo percorso parte del lower loop visitando i primi geyser e osservando i primi daini, due cose che ci avrebbero accompagnato per l'intera visita.
Abbiamo prenotato attraverso un'agenzia, la Yellowstone Tour and Travel che ci ha venduto un pacchetto che includeva, oltre al motel Three Bears Lodge di West Yellowstone, anche un tour del Lower Loop. Essendo previsto per la giornata di Sabato, abbiamo pensato di dedicare il venerdì all'esplorazione dell'Upper Loop, indipendentemente, non prima però di aver fatto una piccola deviazione verso nord, sempre in Montana, per 2 ore di passeggiata a cavallo.
Ci aspettavamo di essere in un gruppo molto numeroso, invece eravamo in compagnia solo del nostro accompagnatore: un vero e proprio Cowboy...specialmente nella loquacità!
"Quindi, questi sono tutti pini?"
"Yep."
"E a parte qualche aspen, non c'è quasi altro..."
"Nope."
"Quella è un'impronta di Alce?"
"Yep."
Anche se Elisa è una esperta cavallerizza, io ho temuto un po' per la mia incolumità, salendo a cavallo per la prima volta nella mia vita. Il mio cavallo, Starsy, si è comportata però discretamente bene. Sono stato avvisato prima di salire che avrebbe tentato di fermarsi in continuazione per mangiare, e che avrei dovuto CALCIARLA FORTE e tirare le redini per dissuaderla; diciamo che ci ho messo un po' a diventare amico della poverina, ma nella via del ritorno eravamo già migliori amici. Elisa scherza dicendo che sono cavalli con il Cruise Control. Anche mollando le redini proseguono al passo per la loro strada...distrazioni a parte. Sicuramente un'esperienza che cercherò di ripetere in Italia.
La sella Americana è una poltrona, comodissima in confronto alla nostra Europea, almeno secondo Elisa, ma al termine delle due ore avevamo i nostri acciacchi...
L'upper loop ci ha riservato qualche sorpresa, incluso l'avvistamento di un Orso Bruno (black bear, da non confondere con il più noto Grizzly). Non è facile scorgere gli animali nel loro habitat, sono abbastanza bravi a nascondersi, ma quando vengono notati diventa decisamente facile notare l'ingorgo che si genera al lato della strada e la nuvola di turisti con fotocamere e binocoli.
Yellowstone è enorme, e cambia ad ogni curva. Si passa dalle montagne con impetuosi torrenti ad improvvisi altopiani nei quali non è inusuale osservare qualche bisonte solitario che pascola.
Il pericolo di estinzione per i Bisonti (chiamati impropriamente Bufali, ma non dagli addetti ai lavori...) sembra essere definitivamente scongiurato. Dopo essere scesi, si dice, a solo 20 esemplari, questo straordinario animale è ora allevato nelle riserve nazionali (ne abbiamo visti alcuni anche nel parco delle Badlands) e quando il loro numero supera la soglia ottimale, vengono venduti all'asta per l'allevamento privato. Ne consegue che anche la carne di bisonte è facilmente disponibile. Non ho saputo resistere e ho dovuto assaggiare un hamburger di Bisonte. Mi aspettavo la stessa sensazione che si ha a mangiare il cinghiale conoscendo la carne di maiale, ma il gusto selvatico era molto più mite, e percettibile in particolare dal retrogusto. Mi sono troppo innamorato dell'animale per mangiarne un altro, però devo dire che era molto gustoso :)

Il tour dell'upper loop ci ha riservato un'ultima sorpresa, quando un'intero branco di cervi ha "invaso" l'area abitata intorno ad uno degli alberghi e all'ufficio postale del parco. Siamo riusciti a scattare foto di un magnifico cervo, con le corna (sinceramente non conosco la traduzione corretta di antler, in quanto non si tratta di corna vere e proprie) ancora ricoperte da una leggera peluria (velluto). Foto fin troppo ravvicinate per le regole del parco, ma i ranger in zona non hanno obiettato. Avrebbero dovuto multare decine di persone, e a giudicare dai cartelli, quella migrazione serale dei cervi è un'abitudine.
La giornata di sabato è stata dedicata all'esplorazione del lower loop, con il tour di Seeyellowstone.com prenotato dalla agenzia. Eravamo in compagnia di Amanda, la nostra guida e una coppia di Canadesi. Jeff, cacciatore provetto, era particolarmente attratto dalle thermal features (geyser et similia) e mortalmente annoiato dagli avvistamenti di cervi...che vede e caccia da una vita. Il suo occhio allenato si è però rivelato preziosissimo per avvistare una Grizzly con 2 cuccioli che attraversava una pianura. Probabilmente il migliore avvistamento. La distanza era molta, ma preferirei essere lontano da un Orso Grizzly :)
Abbiamo osservato l'eruzione, predicibile con un buon grado di approssimazione (+/- 10 minuti) del geyser più famoso, l'Old Faithful, e completamente per caso del Fountain Geyser, a nostro parere più spettacolare, anche perchè è possibile avvicinarsi a pochissimi metri.

Alla sera abbiamo preso l'automobile e siamo entrati nel parco per godere del cielo stellato: da restare senza parole. Su consiglio del Ranger all'ingresso abbiamo preso una stradina che dalla higway porta nei pressi del fiume Madison, ed in una radura asfaltata (parcheggio per chi inizia le passeggiate da lì) abbiamo osservato il cielo più luminoso che abbia mai visto. Non ho perso troppo tempo a cercare di stimare con l'iPhone il fondo di magnitudine, ma direi che era possibile comodamente osservare stelle di sesta o settima magnitudine, e la via lattea era tanto luminosa, da orizzonte a orizzonte, da fare pensare ad una leggera copertura nuvolosa. Credo che pochi posti in Italia, se esistono, godano di un cielo così...e qua è abbastanza comune. Anche in un villaggio al confine tra Idaho e Utah abbiamo visto qualcosa di molto simile... Pur essendo lontani dallo sciame meteorico delle Perseidi (San Lorenzo) in 20 minuti penso di aver contato una ventina di meteore. Numeri assolutamente normali ma che non sono osservabili dal cielo di Milano.
Purtroppo la nostra presenza in questo paradiso non poteva essere eterna, e domenica mattina abbiamo attraversato l'ultima volta parte del Lower Loop...per andare nel confinante parco nazionale del Grand Teton! Ma prima di lasciare Yellowstone abbiamo avuto la fortuna di osservare 3 cuccioli di Coyote che cacciavano topi in un prato e fermandoci per fare benzina una eruzione, migliore del giorno precedente, dell'Old Faithful. Abbiamo incontrato anche Amanda che ci ha consigliato una cosa da fare dentro al Teton.
Il teton National Park si distingue da Yellowstone dal fatto che le thermal feature diminuiscono e le montagne sono principalmente normali rilevi creati dalla tettonica a zolle rispetto alla roccia vulcanica dello yellowstone. Il paesaggio si modifica, gradualmente ma costantemente, per diventare prateria circondata da colline a est e da una catena montuosa, il Grand Teton, ad Ovest.
Il consiglio di Amanda ci ha portato a prendere una piccola strada a senso unico che ci ha portato a conoscere il piccolo Jenny Lake, un piccolo laghetto, che abbiamo attraversato con una barca che, dall'altra parte del lago, ci ha permesso di raggiungere con una passeggiata di un miglio e un dislivello di 200 mt circa, una cascata nascosta (Hidden Falls) e un punto di osservazione privilegiato sull'intero lago (Inspiration Point). Valeva davvero la pena scaripinare nelle nostre lumberjack da fighetti cittadini :P
Alla sera abbiamo continuato la discesa verso lo Utah. Lasciato il Wyoming definitivamente abbiamo attraversato la stretta fettina di Idaho che lo separa dallo Utah. Colpevolmente, ho snobbato un Pizza Hut nella ridente cittadina di Afton e per le successive 200 miglia abbiamo attraversato tentacolari metropoli del calibro di Fish Haven, 200 abitanti, o St. Charles, 150... Elisa stava per azzannarmi un braccio in un misto di rabbia e fame. Alle 21.20, con la cucina che chiude ovunque alle 21, siamo riusciti a mendicare un'insalata e una fetta di torta in uno sports bar al confine con lo Utah. Due alieni hanno invaso la quiete di un posticino residenziale inerpicato su una alta collina. Inutile dire che anche da lì la vista del cielo era qualcosa di spettacolare.
All'alba delle 22.30 abbiamo raggiunto Logan, UT, una città di dimensioni già più ragguardevoli e ci siamo fermati in un Comfort Inn per la notte. Stanchi ma contenti :)
Domani: Bryce Canyon...non prima di una lunga strada!